Antichi alfabeti a punto croce: i samplers
Di tradizione soprattutto nordica e anglosassone, i *samplers *(dal latino * exemplum*) *sono saggi di ricamo eseguiti per lo più a punto croce da bambine e giovinette di un tempo*, allo scopo di completare la loro
educazione e diventare un giorno sagge e oneste spose,* la loro funzione principale era quella di testimoniare l'abilità e la perizia delle future ricamatrici*, con una sorta di campionatura di lettere alfabetiche e cifre
in corsivo, in stampatello o in eleganti caratteri gotici "scritte" su un canovaccio di lino o di cotone e accompagnate da orli, bordure e motivi ornamentali.
In Francia prendono il nome di *marquoirs*, termine che deriva da *point de marque*, poiché *il punto croce era destinato comunemente a marcare con iniziali i capi di biancheria che avrebbe portato in dote*, mentre in Italia vengono chiamati "crocini" o "imparaticci".
Il *sampler* veniva spesso incorniciato e seguiva fedelmente tutti gli spostamenti, i traslochi e i viaggi dell'autrice, diventando *una specie di portafortuna da cui non ci si voleva separare*.
*Le origini*
L'origine di questi "saggi" va rintracciata probabilmente nel Medioevo, mentre gli esemplari più antichi giunti fino a noi risalgono al periodo rinascimentale: *il più antico sampler esistente è conservato presso il Victoria and Albert Museum di Londra, è datato 1598* e apparteneva a Jane Bostoke.
In questo periodo i samplers erano di forma rettangolare piuttosto allungata come in una sorta di fascia. Il tessuto variava di paese in paese: il *lino* in Bretagna, la *seta* nella regione del Rodano o la *lana*per i modelli più semplici essendo il cotone ancora una rarità in Europa.
I ricami erano eseguiti con fili di lana o seta, tono su tono, mentre i motivi decorativi erano aggiunti gli uni sugli altri, senza un ordine preciso, e *avevano funzione di promemoria, una sorta di campionario cui attingere all' occorrenza schemi e disegni*.
*La rivoluzione rossa*
*Nel Seicento il filo da ricamo si tinge di rosso*, grazie alla diffusione di coloranti naturali a prezzi più accessibili perché importati in gran quantità dalle Americhe: cocciniglie e legno rosso del Brasile erano i materiali da cui si ricavava il colore rosso.
Ha inizio così quella che viene comunemente denominata* "la rivoluzione rossa" dei ricami*, realizzati su fondo bianco da donne "emancipate" che in numero sempre maggiore imparavano a leggere e a scrivere anche attraverso il
ricamo. La composizione sui *samplers* diventa più ordinata e poiché era nei conventi che s'insegnava il ricamo, ai soggetti floreali o araldici si mescolano motivi d'ispirazione religiosa: simboli di devozione, angeli, personaggi biblici.
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*Simbologia a colori*
*Nel Settecento* *samplers* e *marquoirs* assumono una forma quadrata con orli sui tre lati e successivamente, su tutti e quattro. *Gli ornati diventano più eleganti* e si allontanano sempre di più dai vecchi schemi stilizzati; irrompe la natura, trattata in maniera più realistica con fili di seta di vari colori. Si segue una precisa *simbologia* per rappresentare i membri della famiglia, ad esempio si ricama una rosa per simboleggiare una madre e il numero dei boccioli corrisponde al numero dei suoi figli ricamando in nero i morti, in rosso i vivi.
Nella seconda metà del Settecento iniziano ad apparire verso il margine più basso piccoli paesaggi, e le lettere dell'alfabeto sono così ornate di riccioli e svolazzi da faticare a riconoscerle.
*Il secolo d'oro*
Ma è l'Ottocento il secolo d'oro del punto croce, e con il progresso della stampa, da Berlino si diffondono in tutta Europa schemi di punto croce*stampati su carta quadrettata e colorata a mano. La domanda diventa talmente alta che nel solo 1840 se ne pubblicheranno ben 14.000. *I samplers cessano di avere funzione di promemoria per diventare soprattutto oggetti
decorativi.*
Ora tutte le donne adulte o giovinette, aristocratiche, borghesi o popolane, ricamano; ricamare ed eseguire lavori ad ago, che occupano le mani e la mente, sono considerati *un antidoto contro i cattivi pensieri*.
Nei collegi femminili* il ricamo diviene materia di studio e i samplers*costituiscono la prova, il compito in classe sempre
controllato e corretto dalle suore; si ricamano pensieri pii o moraleggianti, citazioni bibliche, crocefissi, figure di santi.
Ma domina anche il *sentimentalismo* e i *marquoirs* di questo periodo *celebrano i buoni propositi, le gioie della famiglia, l'amore, l'amicizia, la morte*. Presentano fino a sei diversi tipi di alfabeto e di solito* sono molto personalizzati*, riportando il nome e cognome, l'età della ricamatrice e talvolta, lo stato d'animo o qualche dettaglio più intimo. Tra corone fiorite e ghirlande abbondantemente decorate compaiono iscrizioni, dediche o missive destinate al padre, alla madre a un'amica e forse a qualche segreto amore.
Ma anche le tecniche di tessitura e la chimica fanno progressi: ai cenci di lino e alle tele grezze a un filo vengono sostituiti canovacci di cotone. Nel primo Ottocento viene inventato il cosiddetto *"canovaccio Penelope"*realizzato con due trame orizzontali attraversate da due orditi verticali, facilitando di molto l'alternanza di punti piccoli a punti più grandi. Nei fili per ricamo ormai le colorazioni sono infinite*, e, dai primi anni del Novecento, la storica ditta D.M.C. di Mulhouse detiene in pratica il monopolio della produzione e commercializzazione.
Collezionismo
Mentre i *samplers *più antichi sono conservati in vari musei d'Europa, quelli dell'Ottocento e primo Novecento sono oggetto di un appassionato collezionismo: i più interessanti arrivano a quotazioni di svariate migliaia di euro e nella valutazione si tiene conto di diverse condizioni. Infatti oltre alla *datazione* del pezzo va considerato lo *stato di conservazione*, l'*armonia della composizione e dei colori*, l'*eleganza dell'esecuzione*. Ogni *sampler* ha poi una sua storia da raccontare; ci
sono Shara, Emilie, Marie Paule, Benedetta, Alice, nomi d'altri tempi, che attraverso la scelta dei colori, le incertezze e perfino gli errori comunicano lo stato d'animo della ricamatrice.
Fosca Urbani
da "Il Curioso", n.17-anno 4
www.ilcurioso.it